BALLABIO – Potrebbe sembrare una discussione tutta interna ad un microcosmo (quello dei proprietari terrieri e di immobili), in realtà la vicenda è molto più ampia di quel che appare, coinvolgendo moltissime famiglie ballabiesi ed allargandosi dall’economia alla politica ed in generale alla società. Il tema è venuto prepotentemente a galla dopo la pubblicazione su BN della lettera molto dura da parte di una “regina” delle costruzioni quale è Alma Spreafico Bianchi.
Argomento, l’operato del Comune di Ballabio in particolare in materia di aree edificabili e terreni con volumetria, assegnata o meno – questione molto sentita in paese, in coincidenza con la grave crisi immobiliare che da anni mette in difficoltà il mercato.
Ora, con tono a sua volta abbastanza piccato, interviene un altro ballabiese “Doc” quale Antonio Cugnaschi. Il quale, se da un lato avalla le dichiarazioni della immobiliarista (“ se l’amministrazione precedente si è distinta per avere messo la gabella, quella attuale eccelle per non avere fatto niente in materia”), dall’altro bacchetta chi non lo ha seguito in occasione delle ultime elezioni amministrative, ricorda il detto “chi è causa del proprio male pianga sé stesso” ma richiama anche la categoria ad unirsi e a tirare fuori gli… attributi.
Ecco il testo integrale della lettera firmata dal “maverick”:
Egregio Direttore, al raggiungimento del traguardo della pensione, avevo deciso di non occuparmi più delle questioni della vita pubblica, ma essendo la stessa ad occuparsi di te, in deroga al mio proponimento voglio fare alcune considerazioni riguardo un articolo pubblicato nei giorni scorsi da BN, le mando queste righe chiedendoLe gentilmente di pubblicarle.
Se ho ben capito, una nota imprenditrice del paese esponeva la difficoltà a interloquire col comune, snocciolando i costi e spese che devono accollarsi gli sfortunati possessori di immobili, aree edificabili e delle famigerate aree con volumetria assegnata, con tutto il rispetto, in paese ci sono casi molto più problematici di quello indicato della Signora, avere queste proprietà equivale ad essere condannati a pagare e al momento non ci sono speranze né di vendere, meglio dire svendere, né di rinunciarvi.
Ricordo che alle ultime amministrative comunali mi ero reso disponibile a un eventuale candidatura, avevo tempo da dedicare e senza presunzione o falsa modestia, capacità e determinazione a raggiungere gli obiettivi prefissati, certezza che veniva dai risultati di una lunga carriera lavorativa passata per lo più in giro per il mondo.
A posteriori e senza peli sulla lingua aggiungo che, avevo sondato la possibilità di candidarmi, mi ero rivolto in particolare a cittadini che nella loro attività di erano distinti per capacità, tra gli altri uno degli obiettivi visto che non si può togliere completamente era di ridurre al minimo possibile queste tasse, un programma semplice basato su efficienza e ottimizzazione di costi e risorse, un modo di fare decisamente diverso dagli altri candidati competitori, raccolsi molti consensi e piena condivisione delle idee, purtroppo molte delle persone contattate non avevano tempo o più semplicemente non se la sentirono di mettersi in gioco.
Allora, credevo che nel pubblico fosse venuto il momento utilizzare un metodo di gestione come nel privato, penso che non sono i titoli onorifici a fare la differenza ma capacità e determinazione, lo vedo tutti i giorni mentre svolgo il mio lavoro, l’azienda per cui lavoro ha fatto propri questi principi e in tempi di grande crisi cresce, acquisisce aziende in difficoltà e le risana, nel management di cui faccio parte non si guarda alle lauree ma i risultati singoli e collettivi ottenuti.
Ora, quando incontro proprietari di immobili ci si lamenta delle esose gabelle su case e in particolare sui terreni edificabili, ricordo ad essi che se l’amministrazione precedente si è distinta per avere messo la gabella, quella attuale eccelle per non avere fatto niente in materia.
Ha ragione Signora, con queste tasse sulle proprietà, la classe politica tutta è a tutti i livelli amministrativi nessuno escluso, ha bloccato il mercato immobiliare, se non è la prima casa uno deve essere pazzo a acquistare un terreno o una casa, inoltre non s’illuda che il comune comperi le sue proprietà ai prezzi che lo stesso ha indicato, siamo visti come vacche da mungere.
Concludo con un paio di detti popolari, “chi è causa del proprio male pianga sé stesso” quel treno è passato senza neanche averci provato a dire la nostra, pertanto utilizzando un altro detto “l’unione fa la forza” invito i proprietari a prendere coscienza e tirare fuori le palle, forse, l’ultima speranza sarebbe fare fronte comune con una class-action contro questo “ladrocinio legalizzato”.
Antonio maverick Cugnaschi